L’Eritrea appartiene ai lower–income countries con un PIL, stimato, di $6.1 bln (USD) nel 2017. Il valore H DI posiziona il Paese al 167mo posto. La situazione politica continua ad essere influenzata dal conflitto con l’Etiopia del 1998-2000 e dalla condizione di “no peace no war” con il paese vicino all’indomani dell’indipendenza.
La stabilità politica è determinata da un regime che mantiene saldamente il controllo del paese. L’economia è caratterizzata principalmente da un settore agricolo di sussistenza e trainata dal settore estrattivo, il paese è infatti ricco di risorse minerarie (soprstutto oro). Importanti per l’Eritrea sono inoltre le entrate provenienti dalle rimesse che garantiscono la sussistenza di gran parte della popolazione. Le politiche economiche varate nel corso del 2016 hanno implementato restrizioni economico-valutarie limitando ancor di più la già difficile crescita economica.
Le condizioni climatiche aride e le persistenti siccità, aggravano la vulnerabilità del Paese all'insicurezza alimentare. Nel 2012 UNDP ha stimato che il 50% dei bambini eritrei soffrisse di malnutrizione. Alla già precaria situazione dell’Eritrea si aggiungono le ampie zone di terreno fertile inutilizzabile a causa di mine inesplose, la carenza di valuta estera, le sanzioni imposte dalla comunità internazionale e l’altissimo tasso di disoccupazione giovanile.
Per propria collocazione geografica, il Paese è attraversato dai flussi migratori dell’Africa Orientale diretti in Nord Africa ed Europa. Secondo le statistiche dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR, gli eritrei sono tra i migranti più numerosi che raggiungono le coste italiane. A fine 2016, 21,253 migranti sono scappati dall'Eritrea approdando sulle coste meridionali italiane, transitati per la grande maggioranza dalla Libia (Report of the Special Rapporteur on the situation of human rights in Eritrea, Sheila B. Keetharuth - Human Rights Council - Thirty-fifth session - 6-23 June 2017)
L’Italia è impegnata in Eritrea al rilancio graduale della Cooperazione che potrebbe avvenire, compatibilmente con la disponibilità del Governo eritreo, sulla base di risorse e strumenti finanziari disponibili.
Tenuto conto della situazione del Paese e i numerosi bisogni e, alla luce di quanto indicato dalla nostra rappresentanza diplomatica in Eritrea, i possibili ambiti iniziali di intervento sono stati individuati nei settori della sanità, della nutrizione, della sicurezza alimentare, dell’acqua, dello sviluppo rurale, energetico e non ultimo la formazione e la creazione di attività generatrici di impiego e reddito.
Le iniziative dell’AICS si inquadrano all'interno del Piano Strategico congiunto, quinquennale, per gli interventi umanitari in Eritrea ‘Strategic Partnership Cooperation Framework’ (SPCF) 2017-2021. I settori maggiormente interessati dalle iniziative della comunità dei donatori sono quelli della prima emergenza (sicurezza alimentare e sostegno agli sfollati, profughi, migranti e comunità ospitanti), il supporto allo sviluppo rurale, il rafforzamento della sicurezza alimentare, la fornitura e l’accesso ai servizi base quali sanità, acqua e educazione.
L’Italia, si inserisce in questo contesto con una strategia volta a sostenere le iniziative multilaterali in corso sui settori della sanità e del supporto sociale all'infanzia, nonché a valorizzare le attività di alcune associazioni italiane finanziati dal volontariato, in grado di garantire azioni efficaci. Nel limite delle risorse a disposizione e dei possibili accordi con le controparti eritree, verrano seguite attività in gestione diretta.
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L'elenco delle iniziative è indicativo e non risponde a finalità di catalogazione completa.