Si è conclusa la visita in Sudan della delegazione guidata dal Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo Luca Maestripieri. Nei 5 giorni della sua durata, la missione ha avuto modo di apprezzare il lavoro svolto dalla sede estera di Khartoum dell’Agenzia sia a livello bilaterale che multibilaterale. “Il Maternity Hospital di Port Sudan, il laboratorio di analisi e i tre centri sanitari visitati oggi” – ha sottolineato il DG Luca Maestripieri – “tutti riabilitati con fondi italiani e dell’ Unione Europea, con il supporto di AISPO e dell’Università di Sassari, sono in grado oggi di offrire una vasta gamma di servizi sanitari, tra questi consulenza pre e post-natale, servizi materno infantili, diagnostica di laboratorio, screening nutrizionale, vaccinazioni, training del personale sanitario sui servizi sanitari di base e le malattie trasmissibili – in linea con l’SDG 3 volto ad assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”.
Nel corso della missione, la delegazione ha incontrato l’associazione di donne Althawara. Grazie al progetto finanziato dall’Italia e realizzato da UNWOMEN, l’associazione ha avviato attività generatrici di reddito, ad esempio la produzione di farina di pesce, riuscendo a migliorare notevolmente la loro condizione socio-economica. “Eguaglianza di genere, empowerment femminile e salute sono i punti di forza della nostra cooperazione in Sudan” ha voluto precisare Michele Morana, titolare della sede di Khartoum. AICS è in prima linea in Sudan per fronteggiare la malnutrizione delle donne e dei bambini, soprattutto nel periodo della gravidanza e del puerperio, “la nostra azione si indirizza soprattutto sulle dinamiche socio-economiche che generano discriminazioni in termini di equo accesso a beni e servizi” ha concluso il titolare.
L’ultimo giorno di missione è stato dedicato alla visita alle attività svolte nelle open areas di Mayo, alla periferia di Khartoum, dove vive una popolazione di circa 600.000 persone, composta da rifugiati dal Niger, Sud Sudan e Ciad e da popolazioni sfollate dal Kordofan e dal Darfur. A Mayo manca qualsiasi tipo di servizi: educativi, idrici, e sanitari. “Il nostro approccio” ha commentato Annamaria Iotti da AICS ROma “si fonda sulla partecipazione attiva della comunità, affinché i nostri interventi volti a migliorare le condizioni di vita della popolazione siano sostenibili e duraturi”. La scuola di Ghaar Hiraa interamente realizzata attraverso questo approccio, la riabilitazione della strada e dei pozzi ad energia solare, la campagna sulla registrazione delle nascite e sulla prevenzione delle malattie trasmissibili, sono alcune delle attività svolte da AICS Khartoum con il coinvolgimento della comunità locale. "Unicamente grazie ad uno sforzo comune della comunità locale e delle Autorità, e possibile riuscire a ottenere risultati concreti e sostenibili" ha commentao Stefano Gliniaski, direttore dell' OIV.
Quale ultima tappa della missione, la delegazione ha incontrato il direttore del Museo Nazionale Sudanese che ha presentato le attività realizzate nell’ambito dell’iniziativa realizzata da UNESCO con finanziamento dell’Italia. “L’intervento italiano ha consentito di riqualificare gli spazi museali, coinvolgendo esperti internazionali provenienti da istituti, università e fondazioni specializzate, sviluppando una intensa azione di capacity building e di trasferimento di competenze e di know-how manageriale in ambito museale” ha commentato Michele Morana, che ha quindi aggiunto “l’Italia rivolge grande attenzione a livello internazionale agli interventi a tutela del patrimonio culturale, per quanto riguarda il Sudan siamo fortemente impegnati affinchè questo grande Paese possa finalmente avere un proprio Museo nazionale all’altezza dei tesori d’arte antica di valore inestimabile in esso custoditi”.